I comportamenti compensatori sono semplicemente azioni che le persone con disturbi alimentari fanno nel tentativo di compensare l’aver mangiato e consumato calorie. Sono un tentativo di cancellare la vergogna, l’ansia, il senso di colpa o altri sentimenti “cattivi” sul cibo mangiato e sull’atto di mangiarlo. È importante notare che mangiare non è qualcosa che dovrebbe far sentire in colpa; dopo tutto, abbiamo bisogno di cibo per sopravvivere e tutte le persone dovrebbero poter godere di cibo delizioso senza sensi di colpa. Tuttavia, la cultura della dieta e lo stigma del peso rafforzano l’idea che le persone dovrebbero avere forza di volontà ed evitare certi cibi.

Questi comportamenti sono considerati sintomi di bulimia nervosa, anoressia nervosa e disturbo di smaltimento (purging), anche se possono essere visti anche in persone con comportamenti alimentari “disordinati” o altri disturbi alimentari. 

Comportamenti compensatori possono verificarsi quando qualcuno mangia più di quanto avesse pianificato di mangiare o è a suo agio con l’alimentazione, dopo un episodio di abbuffata, dopo aver mangiato cibi specifici, o dopo un pasto regolare.

Come indica il nome, i comportamenti compensatori sono di solito un tentativo di compensare il numero di calorie o la quantità di cibo mangiato o di alleviare le emozioni negative scatenate dal mangiare. Spesso sono spinti dalla paura di aumentare di peso.

Esempi di comportamenti compensatori

Il comportamento compensatorio più noto è il vomito autoindotto. Tuttavia, altri esempi di comportamenti compensatori nei disturbi alimentari includono l’uso improprio di lassativi, l’uso improprio di diuretici (pillole destinate ad eliminare l’acqua in eccesso), l’uso improprio di lavaggi del colon e clisteri o l’esercizio fisico compulsivo. Può anche includere sessioni di “depurazione” e il consumo di tè speciali con lassativi.

Anche il digiuno o la limitazione dell’assunzione di cibo per un periodo di tempo dopo aver mangiato può essere considerato un comportamento compensatorio.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che alcune persone con disturbi alimentari masticano il cibo e poi lo sputano come comportamento compensatorio. Uno studio ha trovato che quasi il 25% delle persone con disturbi alimentari attuano questo comportamento. Le persone che lo fanno tendono ad avere disturbi alimentari più gravi, come dimostrato da quello studio.

Utilizzo di più comportamenti compensatori

Purtroppo, molte persone con disturbi alimentari continuano ad aumentare la quantità o il numero di comportamenti compensatori che attuano, in modo da poter continuare a raggiungere lo stesso livello di stress e di riduzione dell’ansia di quando hanno iniziato con questi comportamenti.

Infatti, le persone con disturbi alimentari che utilizzano più di un comportamento compensatorio – ad esempio, il vomito autoindotto e l’uso di lassativi – sono suscettibili di avere disturbi alimentari più gravi, ha dimostrato uno studio. In quello studio, che ha coinvolto 398 bambini e adolescenti, quasi il 38% dei soggetti ha utilizzato più di un comportamento compensatorio.

Le ragazze avevano più probabilità dei ragazzi di utilizzare più di un comportamento di compensazione, e quelli diagnosticati con bulimia nervosa avevano più probabilità rispetto a quelli diagnosticati con anoressia nervosa di utilizzare più comportamenti di compensazione. Quelli che usavano più di un comportamento compensatorio avevano, in media, minore autostima e un funzionamento generalmente inferiore rispetto alle persone con disturbi alimentari che hanno usato uno o nessun comportamento compensatorio. I bambini più piccoli con disturbi alimentari hanno meno probabilità di usare comportamenti compensatori.

Trattamento dei comportamenti compensatori

I comportamenti compensatori servono spesso a mantenere un ciclo di alimentazione disordinata. La maggior parte dei comportamenti compensatori comporta un rischio di potenziali problemi medici. Il trattamento del disturbo alimentare dovrebbe concentrarsi sull’arresto dei comportamenti compensatori. La terapia cognitivo comportamentale è uno dei trattamenti di maggior successo per affrontare i comportamenti compensatori di un disturbo alimentare.

Ai pazienti vengono insegnati i pericoli dei particolari comportamenti compensatori che utilizzano. Ad esempio, il vomito autoindotto può influenzare la voce, danneggiare l’esofago, danneggiare i denti e portare ad un attacco di cuore. L’abuso di lassativi può causare danni al colon. L’esercizio fisico eccessivo può portare a lesioni. Nella terapia cognitivo-comportamentale, ai pazienti vengono insegnati modi alternativi di gestire l’ansia e il senso di colpa. Imparano anche a tollerare le emozioni negative e i sentimenti di pienezza dopo aver mangiato. L’obiettivo è che i pazienti sviluppino strategie più appropriate per affrontare la situazione, come il contatto con gli altri per il sostegno, un diario o la meditazione.

A volte fermare questi comportamenti compensatori può essere molto impegnativo, soprattutto per le persone che li usano da molti anni. In questi casi, sono diventati abitudini e possono esseri considerati “automatici”. L’aiuto professionale può aiutare i pazienti a superare questi comportamenti. In alcuni casi, un livello di assistenza più elevato, come il trattamento eseguito a casa, può essere necessario per interrompere comportamenti compensatori frequenti o radicati. 

Conclusioni

Se avete attuato comportamenti compensatori, la vergogna e il senso di colpa potrebbero impedirvi di cercare aiuto. Tuttavia, è importante cercare aiuto e ricevere sostegno. Con il giusto aiuto, potete fermare questi comportamenti e tornare in salute.