Forse non avete mai sentito parlare di “sindrome metabolica”, ma ecco perché dovreste interessarvene: esserne affetti significa essere più a rischio di gravi problemi come le malattie cardiache e il diabete.

I ricercatori hanno studiato se esista una connessione tra la sindrome metabolica e la celiachia ed hanno ottenuto risultati contrastanti, anche se uno studio indica che l’assenza di glutine aumenta il rischio di sindrome metabolica. Quindi sì, se questo studio sarà confermato da ricerche future, questo dato potrebbe essere piuttosto importante.

Dall’altro lato, un altro studio ha riscontrato una minore incidenza della sindrome metabolica tra le persone con celiachia rispetto a persone simili ma non celiache. Quindi non è ancora chiaro come la celiachia influisca sul rischio di sindrome metabolica e se la dieta senza glutine giochi un ruolo importante.

Che cosa è la sindrome metabolica?

La sindrome metabolica non è in realtà una malattia, ma è il nome dato dai medici a un gruppo di fattori di rischio che, se rilevati insieme, aumentano le probabilità di essere soggetti a malattie cardiache, ictus o diabete.

In realtà ci sono cinque fattori di rischio, anche se ne bastano solo tre per poter diagnosticare la sindrome metabolica. Secondo i National Institutes of Health, una persona con sindrome metabolica ha il doppio delle probabilità di sviluppare una malattia cardiaca e cinque volte più probabilità di sviluppare il diabete rispetto alla popolazione generale.

I fattori di rischio della sindrome metabolica includono:

Girovita largo. Le persone con sindrome metabolica spesso hanno il grasso accumulato ad altezza cintura, che è più rischioso del grasso sui fianchi.

Livello alto di trigliceridi. I trigliceridi, un tipo di grasso che circola nel flusso sanguigno, sono misurati con il test del colesterolo.

Livello basso del colesterolo HDL cosiddetto “buono” (anche in questo caso, misurato con il test del colesterolo).

Alta pressione sanguigna.

Elevato livello di zuccheri nel sangue a digiuno.

Se prendete dei farmaci per trattare uno qualsiasi di questi problemi, sappiate che dovranno essere comunque presi in considerazione nella valutazione del rischio di sindrome metabolica.

Quindi, qual è il legame con la celiachia?

Come detto sopra, la ricerca ha dato esiti controversi in rapporto all’eventuale rischio maggiore o minore di sindrome metabolica per le persone celiache. Purtroppo, uno studio recente non ci fornisce grandi novità.

Lo studio, pubblicato nel 2015 sulla rivista medica Alimentary Pharmacy & Therapeutics, ha esaminato quante persone con celiachia avevano anche la sindrome metabolica al momento della diagnosi di celiachia, e ha controllato nuovamente un anno dopo l’inizio della dieta senza glutine per vedere quanti erano ancora affetti da sindrome metabolica.

I ricercatori hanno infine seguito 98 persone con una nuova diagnosi di celiachia. Due di queste soddisfacevano i criteri diagnostici per la sindrome metabolica al momento della diagnosi, ma dopo 12 mesi di dieta senza glutine, 29 individui sono stati considerati affetti da sindrome metabolica.

Inoltre, il numero di celiaci il cui girovita rientrava nell’intervallo ad alto rischio di sindrome metabolica è passato da 48 al momento della diagnosi a 72 l’anno seguente all’inizio della dieta senza glutine. Il numero di persone con pressione alta è quadruplicato, da quattro a 18, e il numero di persone con livello elevato di zuccheri nel sangue è più che triplicato, da 7 a 25. Gli individui con trigliceridi alti sono raddoppiati, da 7 al momento della diagnosi a 16 l’anno seguente.

Fortunatamente, la diagnosi della celiachia e la successiva dieta senza glutine non sembravano influenzare molto i livelli di colesterolo HDL: 32 persone avevano un livello di HDL basso alla diagnosi e 34 un anno dopo. Tuttavia, gli altri valori dei fattori di rischio si sono decisamente mossi nella direzione sbagliata.

Questo significa che la dieta senza glutine non è salutare?

No, non necessariamente, e, naturalmente, se si è affetti da celiachia si deve adottare una dieta che sia priva di glutine, in quanto è l’unico modo per prevenire ulteriori danni ai villi intestinali. Nel complesso, circa un terzo di tutti gli adulti statunitensi soffre di sindrome metabolica, quindi questo studio (che è stato condotto in Italia, dove i tassi di sindrome metabolica rientrano nell’alto range del 20%) mostra che i celiaci passano da un rischio più basso al momento della diagnosi a un rischio medio un anno dopo.

Tuttavia, anche se la sindrome metabolica è comune al giorno d’oggi, non vuol certo dire che la si possa desiderare, e lo studio ha mostrato che un numero maggiori di celiaci l’abbia sviluppata dopo un anno di alimentazione senza glutine.

I ricercatori di questo studio dicono di non sapere se sia la dieta senza glutine in sé che contribuisce ad un eccesso di peso nelle persone con diagnosi di celiachia, o se sia qualche altro fattore. Ad ogni modo indica un bisogno abbastanza importante di essere consapevoli di ciò che si mangia e del suo potenziale di influenzare il nostro intero stato di salute, e non solo l’intestino tenue.

Diversi studi hanno dimostrato che un’alimentazione “convenzionale” senza glutine (una dieta con sostituti senza glutine per i prodotti contenenti grano, come pane, biscotti, cereali e snack) potrebbe non essere equilibrata dal punto di vista nutrizionale, perché gli alimenti senza glutine spesso non sono arricchiti con vitamine e minerali come le loro controparti con glutine.

Uno studio mostra la riduzione del rischio per i celiaci

La ricerca su questo argomento è stata controversa. Infatti, uno studio del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, pubblicato sulla rivista medica Gastroenterology nel 2013, ha riscontrato che i celiaci godevano di un tasso molto più basso di sindrome metabolica e diabete di tipo 2 rispetto a persone simili ma non celiache.

Tale studio, che comprendeva 840 persone affette da celiachia, ha scoperto che solo il 3,1% di loro aveva il diabete di tipo 2, rispetto a quasi il 10% del gruppo di controllo. Ha anche rilevato che solo il 3,5% dei celiaci aveva la sindrome metabolica, rispetto a quasi il 13% del gruppo di controllo.

Secondo gli autori, una spiegazione parziale di questa riduzione del rischio sembrava essere il peso corporeo inferiore degli individui affetti da celiachia. Ad ogni modo, anche dopo aver tenuto conto della differenza di peso, le persone con celiachia avevano ancora una minore incidenza di sindrome metabolica rispetto al gruppo di controllo.

Così, con uno studio che dice che il rischio per i celiaci di sindrome metabolica è aumentato nell’anno successivo alla diagnosi, e un altro che indica che i celiaci sembrano avere un tasso più basso di sindrome metabolica rispetto a persone non celiache, quale è la conclusione?

Non si hanno conclusioni certe, che potranno essere formulate solo con ulteriori ricerche future. Tuttavia, se il medico vi dicesse che siete affetti da sindrome metabolica, o che siete a rischio di svilupparla, considerate la possibilità di consultare un nutrizionista. Infatti, gli autori dello studio del 2015 raccomandano di consultare sempre un nutrizionista, sia quando vi viene diagnosticata per la prima volta la celiachia, sia diversi mesi dopo, per essere sicuri di ottenere tutti i nutrienti di cui avete bisogno senza esporvi ad un rischio maggioredi sindrome metabolica.