La celiachia, la sensibilità al glutine non celiaca e le malattie infiammatorie intestinali (IBD) interessano l’apparato digerente. Ma come sono collegate queste tre condizioni? Se avete la celiachia o la sensibilità al glutine non celiaca, significa che le vostre probabilità di avere anche una malattia infiammatoria intestinale sono maggiori? E poi, una dieta senza glutine può aiutare ad alleviare i sintomi dell’IBD anche se non siete celiaci?
Gran parte della ricerca su come queste condizioni possano essere correlate è piuttosto recente, e in parte non è stata confermata da ampi ed approfonditi studi clinici.
Tuttavia, alcuni studi e casi di studio indicano che le persone con il morbo di Crohn e la colite ulcerosa (le due principali forme di malattia infiammatoria intestinale) hanno maggiori probabilità di risultare positive agli anticorpi contro la proteina del glutine, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno la celiachia. E, in alcuni casi, la dieta senza glutine ha aiutato le persone con malattie infiammatorie intestinali a sentirsi meglio, anche se non erano celiache.
Ecco quello che sappiamo (e non sappiamo) sui possibili legami tra celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e malattie infiammatorie intestinali.
Sintomi simili in celiachia, sensibilità al glutine e IBD
La celiachia si verifica quando il vostro corpo scambia la proteina del glutine nel grano, nell’orzo e nella segale per un invasore esterno, stimolando il sistema immunitario ad attaccare l’intestino tenue. I sintomi della celiachia possono variare molto (in realtà ce ne sono più di cento, tra cui molti che non coinvolgono affatto il sistema digestivo), ma molte persone che vi sono affette soffrono di diarrea o costipazione, mal di stomaco, stanchezza e anemia.
I sintomi della sensibilità al glutine non celiaca possono essere simili a quelli della celiachia; entrambe le condizioni, infatti, implicano problemi digestivi pressoché analoghi. Rispetto ai celiaci, però, gli individui con sensibilità al glutine sembrano soffrire di più di mal di testa e altri sintomi neurologici, come i danni ai nervi che causano la sensazione di avere degli spilli nelle braccia e nelle gambe.
Infine, i sintomi della malattia infiammatoria intestinale differiscono a seconda della condizione specifica di cui si è affetti (malattia di Crohn o colite ulcerosa). Sia il morbo di Crohn che la colite ulcerosa possono causare dolori addominali, crampi, diarrea grave (a volte sanguinolenta) e gonfiore.
Differenze tra le condizioni
Abbiamo visto come ci sia una notevole sovrapposizione tra i sintomi della celiachia, della sensibilità al glutine non celiaca e della malattia infiammatoria intestinale, e questo può rendere alquanto difficile ottenere una diagnosi accurata.
I medici usano gli esami del sangue per identificare la celiachia (anche se non tutti i celiaci ottengono un esito positivo), e confermano poi la diagnosi con un’endoscopia e una biopsia per esaminare direttamente il rivestimento dell’intestino tenue, così da constatare se sia danneggiato.
Per diagnosticare il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, il medico probabilmente eseguirà una colonscopia e/o un’endoscopia per cercare dei segni specifici, diversi da quelli della celiachia. Non esiste un unico esame del sangue per le malattie infiammatorie intestinali, anche se gli esami del sangue più generali, come quelli per l’anemia, possono già fornire alcune informazioni.
Infine, non esiste un esame medico accettato per diagnosticare la sensibilità al glutine non celiaca (non tutti i medici concordano sulla sua esistenza). L’unico modo per sapere se ne siete affetti è seguire rigorosamente una dieta senza glutine e vedere se vi sentite meglio. Ma anche questo non fornisce un responso definitivo: potreste sentirvi meglio solo perché avete ridotto o eliminato il cibo spazzatura dalla vostra dieta insieme al glutine, per esempio, o anche solo l’idea che stiate facendo qualcosa di positivo per la vostra salute può aiutare a ridurre i sintomi. Tuttavia, le ricerche dimostrano che alcune persone sembrano reagire al glutine nei cereali con sintomi simili a quelli della celiachia, anche se non sono sicuramente celiache.
Possibili collegamenti tra celiachia e IBD
Alcuni studi iniziali hanno scoperto che le persone con celiachia correvano un rischio molto più elevato di essere diagnosticati anche con morbo di Crohn o colite ulcerosa (con un potenziale di rischio molto più alto, fino a 10 volte maggiore). Tuttavia, ricerche più recenti hanno indicato che gli individui con IBD sono soggetti a tassi di celiachia simili a quelli che interessano la popolazione generale.
Tuttavia, sembra che ci sia una qualche associazione tra le due condizioni, e la genetica può parzialmente spiegare questo dato. Recenti ricerche genetiche hanno scoperto che la celiachia e la malattia di Crohn condividono quattro geni che sembrano aumentare il tasso di rischio per entrambe le condizioni. Inoltre, i ricercatori hanno identificato dei geni che sembrano aumentare il rischio sia per la celiachia che per la colite ulcerosa.
Sia la IBD che la celiachia sono considerate malattie autoimmuni, il che significa che comportano un attacco erroneo da parte del sistema immunitario nei confronti di una parte del corpo. Entrambe le condizioni sembrano anche comportare dei cambiamenti problematici nel vostro microbioma intestinale (i batteri che vivono nel vostro intestino crasso), che possono causare o promuovere l’infiammazione.
IBD e sensibilità al glutine possono essere più comunemente correlati
La sensibilità al glutine non celiaca può riscontrarsi più frequentemente della celiachia nelle persone affette da morbo di Crohn o da colite ulcerosa, come dimostrato da diversi studi.
Ad esempio, un gruppo di medici in Italia e nel Regno Unito ha intervistato i propri pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali e ha scoperto che il 28% di loro credeva di avere una sensibilità al glutine, il che significa che i loro sintomi sembravano peggiorare quando mangiavano cibi contenenti glutine. Solo il 6% di queste persone, però, seguiva una dieta senza glutine al momento dell’indagine. I ricercatori hanno anche scoperto che la cosiddetta “sensibilità al glutine non celiaca auto-riferita” era associata al morbo di Crohn più grave, e hanno chiesto lo svolgimento di ulteriori studi per determinare se la dieta senza glutine sarebbe stata d’aiuto in questi casi.
In un rapporto del 2014, dei medici in Giappone (dove la celiachia è piuttosto rara) hanno esaminato 172 persone che avevano una malattia infiammatoria intestinale alla ricerca degli anticorpi del glutine tramite esami del sangue, e hanno confrontato queste persone con 190 soggetti di controllo. Hanno scoperto che il 13% dei soggetti con malattia infiammatoria intestinale è risultato positivo anche agli anticorpi del glutine. Tuttavia, solo tre di queste persone erano portatrici di uno dei due principali geni della celiachia, e nessuno di loro aveva danni all’intestino tenue, quindi non erano effettivamente celiaci.
Ciononostante, otto degli individui con malattie infiammatorie intestinali che sono risultati positivi agli anticorpi del glutine hanno iniziato una dieta priva di esso, mentre altre otto persone dello stesso gruppo hanno seguito una dieta contenente glutine, svolgendo così il ruolo di soggetti di controllo. Dallo studio è emerso che, dopo sei mesi di dieta senza glutine, queste otto persone avevano meno sintomi (soprattutto diarrea) rispetto ai soggetti di controllo, e nessuno dei due gruppi aveva sviluppato la celiachia.
Quindi una dieta senza glutine può aiutare in caso di IBD?
Forse sì, e anche se non si è affetti da celiachia. In diversi casi (come negli studi precedenti), i medici hanno notato che la dieta senza glutine ha migliorato o risolto i sintomi della malattia infiammatoria intestinale anche in persone che sicuramente non erano celiache. Le persone con il morbo di Crohn erano particolarmente propense a beneficiarne.
Ad esempio, in un caso studio pubblicato nel 2013, dalle analisi del sangue è emerso che il corpo di un paziente a cui era stata diagnosticata la malattia di Crohn, e che non era migliorato con i normali trattamenti, produceva anticorpi alla proteina del glutine e ad altri componenti di grano, orzo e segale; l’uomo è stato così diagnosticato con sensibilità al glutine non celiaca e ha iniziato una dieta senza glutine.
Ciò ha portato dopo sei settimane a una completa cessazione della diarrea. Con il proseguimento della dieta senza glutine, non solo la consistenza delle feci è diventata normale, ma il paziente ha anche iniziato ad aumentare di peso. Un anno dopo il paziente era tornato ad uno stato normale e aveva recuperato più dell’80% del peso perso. Il morbo di Crohn era andato in remissione seguendo una dieta senza glutine.
I ricercatori dell’Università della North Carolina hanno riscontrato benefici simili (anche se un po’ meno drastici) quando hanno chiesto a 1647 persone con malattie infiammatorie intestinali se avessero mai provato la dieta senza glutine. Il 19% ha detto di averla provata in precedenza, mentre l’8% ha detto che la stava ancora seguendo. Nel complesso, quasi due terzi di coloro che hanno provato a mangiare senza glutine hanno sostenuto che la dieta abbia migliorato i loro sintomi digestivi, e il 28% ha indicato una minore incidenza o un alleviamento delle riacutizzazioni dell’IBD. Inoltre, coloro che stavano seguendo la dieta al momento dell’indagine hanno sostenuto che li abbia aiutati significativamente nei confronti del sintomo di stanchezza.
I ricercatori hanno detto che era possibile che i composti senza glutine presenti nei cereali con il glutine (al posto della proteina del glutine stessa) potrebbero causare l’infiammazione intestinale nelle persone con IBD, e mangiare senza glutine potrebbe aiutare ad alleviare questa infiammazione (e i sintomi ad essa associati). Hanno detto che il loro studio “suggerisce fortemente un ruolo potenziale di questa dieta” in alcuni pazienti affetti da IBD, ma che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare chi ne possa beneficiare maggiormente.
Quindi sì, è possibile che una dieta senza glutine possa aiutare ad alleviare i sintomi della malattia infiammatoria intestinale, e anche in persone che non sono affette da celiachia. Se vi state chiedendo se potreste trarne beneficio, parlatene con il vostro medico.