Sebbene la maggior parte delle persone consideri la celiachia e la sensibilità al glutine non celiaca come condizioni che coinvolgono principalmente l’apparato digerente, la ricerca indica che possono avere effetti ad ampio raggio sul vostro corpo, comprese le articolazioni, gli ormoni e persino il cervello.
Detto questo, potrebbero forse contribuire, o addirittura causare, il morbo di Alzheimer e la demenza?
Fortunatamente, i risultati degli studi finora effettuati sostengono che l’ingestione di glutine non aumenta il rischio di demenza o di morbo di Alzheimer se si è affetti da celiachia o da sensibilità al glutine.
Le prove
Uno studio recente, condotto in Svezia, indica che avere la celiachia non aumenta il rischio di demenza e di morbo di Alzheimer.
Lo studio ha esaminato circa 8846 persone dai 50 anni in su a cui era stata diagnosticata la celiachia utilizzando l’endoscopia e una biopsia intestinale per confermare il danno intestinale correlato alla malattia e li ha confrontati con 43474 persone che non ne erano affetti. L’età media dei soggetti di studio era di 63 anni.
In un periodo di follow-up di oltre otto anni, la demenza è stata diagnosticata nel 4,3% dei soggetti celiaci e nel 4,4% del gruppo di controllo. Non si rileva quindi un aumento significativo del rischio di demenza correlato alla celiachia.
Lo studio ha identificato un aumento del rischio di una diagnosi di demenza durante il primo anno dopo la diagnosi di celiachia. Tuttavia, questo rischio non si è esteso oltre quel primo anno, e gli autori dello studio hanno detto che potrebbe essere stato dovuto al fatto che i partecipanti allo studio sono stati valutati attentamente, e le condizioni mediche che esistevano già, ma che non erano ancora state identificate, avevano maggiori probabilità di essere diagnosticate e trattate. Questa è una scoperta relativamente comune negli studi medici, che spesso scoprono condizioni mediche esistenti ma non ancora trattate e che non sono correlate alla condizione che i ricercatori stanno studiando.
Possibile aumento del rischio di demenza vascolare
Un aspetto più preoccupante è che lo studio ha identificato un rischio leggermente maggiore di demenza vascolare tra le persone con celiachia, un tipo di demenza causata dalla diminuzione del flusso di sangue al cervello. Si tratta di un dato potenzialmente problematico perché le persone con celiachia sono soggette ad un piccolo aumento del rischio di malattie cardiovascolari, il che, a sua volta, aumenta il rischio di demenza vascolare.
Secondo gli autori dello studio, è possibile che questo aumento del rischio di demenza vascolare sia dovuto a carenze vitaminiche, ed in particolare di vitamina B12. Tuttavia, saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare se ciò sia vero.
Secondo i ricercatori coinvolti in questo studio, tale scoperta di un aumento del rischio di demenza vascolare (e non di demenza da Alzheimer) può essere dovuta al caso, ma aumenta la possibilità che la demenza vascolare possa essere una conseguenza a lungo termine della celiachia analoga al rischio precedentemente stabilito di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.
Altre ricerche su Alzheimer e celiachia
Anche se lo studio svedese prova con forza che la celiachia non aumenta il rischio di demenza e di morbo di Alzheimer, probabilmente non sarà l’ultima parola sull’argomento. Diversi studi di casi più datati hanno suggerito che l’ingestione di glutine possa eventualmente peggiorare o addirittura causare il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza nelle persone affette da celiachia.
Per determinare realmente se esiste una relazione tra celiachia e morbo di Alzheimer a insorgenza tardiva, si ha bisogno di studi prospettici che seguano gli individui per un lungo periodo di tempo. Con questi studi, potremmo essere in grado di determinare come la celiachia influisce sullo sviluppo del morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza e di declino cognitivo.
Un altro studio ha rivelato che un sottoinsieme di geni associati alla celiachia e ad altre malattie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide e le malattie infiammatorie intestinali, è associato al morbo di Alzheimer. L’elemento comune sembra essere l’infiammazione, ma, ancora una volta, sono necessarie ulteriori ricerche su questi geni e i loro effetti per indagare meglio ogni possibile connessione.
Nessuna prova per gli effetti sul cervello
C’è chi dà la colpa alla proteina del glutine presente nel grano, nell’orzo e nella segale (e, in una certa misura, in tutti i cereali) per il declino della salute del cervello che in alcuni casi porta alla demenza. Da qui la prescrizione di evitare i carboidrati a base di cereali, in particolare il glutine.
Secondo uno dei sostenitori di questa teoria, il grano, e gli altri cereali, sarebbero dannosi per la salute del cervello di tutti, non solo degli individui affetti da celiachia o sensibilità al glutine non celiaca. Incolpa inoltre l’aumento di zuccheri nel sangue legati al consumo di grano, dicendo che ciò causi la resistenza all’insulina e la sindrome metabolica, il diabete e, in ultima analisi, il declino intellettuale e la demenza.
Il problema è che tali conclusioni sono supportate principalmente dalle sue stesse prove aneddotiche e non sono supportate da solidi studi medici. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che il glutine e/o i cereali possano causare il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza.
Infiammazione e microbioma
Un ricercatore e cardiologo presso l’Università di Melbourne in Australia sta studiando se l’ingestione di glutine possa contribuire alla demenza in coloro che hanno una sensibilità al glutine non celiaca. Secondo un documento speculativo del 2015 dello stesso, le alterazioni del microbioma intestinale causate dalla sensibilità al glutine non celiaca potrebbero portare a un’infiammazione a livello corporeo, che a sua volta potrebbe comportare a un aumento del rischio di demenza e di morbo di Alzheimer.
Secondo lo studioso, il nostro corpo tollera la maggior parte degli alimenti e non sviluppa una reazione immunologica; tuttavia, nel caso del glutine, il corpo di alcune persone lo considera una sostanza nociva estranea, e reagisce ad esso. Questo causa l’infiammazione e può indurre manifestazioni psicologico/psichiatriche e neurologiche di sensibilità al glutine non celiaca, inclusa potenzialmente anche la demenza.
Questo meccanismo proposto per la demenza rimane speculativo e non provato, anche se il suo team sta lavorando su ricerche che potrebbero fornire supporto a tale teoria.
Conclusioni
Le prove attuali indicano che essere affetti da celiachia non comporta un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o la demenza. Dall’altro lato, non ci sono prove mediche che indichino che anche l’essere affetti da una sensibilità al glutine possa aumentare il rischio per queste due patologie cerebrali; ad oggi, tutte le teorie al proposito rimangono non provate e speculative.
Quindi, anche se la dieta senza glutine offre evidenti benefici per la vostra salute se siete affetti da celiachia o sensibilità al glutine, non potete contare sul fatto che vi protegga dal morbo di Alzheimer o dalla demenza. Fortunatamente, ci sono altri modi per ridurre il rischio di Alzheimer, tra cui l’allenamento (sia fisico che mentale).