Le cause e i fattori di rischio della sensibilità al glutine non celiaca non sono chiari e sono ancora oggetto di ricerca. A differenza della celiachia, essa non presenta i tipici marcatori o danni intestinali utilizzati per diagnosticare tale disturbo autoimmune. E a differenza dell’allergia al grano, essa non presenta i marcatori di un disturbo allergico. Mentre, per definizione, il disturbo richiede una dieta senza glutine, esso può essere innescato dalla proteina del glutine o da altri composti che si trovano nel grano, nell’orzo e nella segale contenenti glutine.
Secondo vari ricercatori che hanno contribuito a definire la sensibilità al glutine non celiaca, questo disturbo può interessare circa il 6-7% della popolazione,
Cause comuni
Al momento, non c’è ancora una spiegazione del perché la sensibilità al glutine non celiaca si verifichi e di come possa essere correlata alla celiachia. È possibile che la sensibilità al glutine e la celiachia rappresentino aspetti diversi dello stesso disturbo, ma è anche possibile che siano completamente differenti.
Alcuni ricercatori teorizzano che il problema in coloro che hanno detto di avere la sensibilità al glutine potrebbe non essere affatto il glutine, bensì qualche altro composto che si trova nel grano (o nell’orzo e nella segale, che sono strettamente correlati al grano).
I ricercatori hanno identificato altri composti nel grano, nello specifico, che secondo loro potrebbero essere responsabili: i fruttosani e gli inibitori della tripsina amilasi.
Inoltre, i risultati di uno studio suggeriscono che i sintomi della sensibilità al glutine si verificano perché i microbi e le proteine alimentari attraversano la barriera intestinale nel flusso sanguigno, causando un’infiammazione diffusa.
Ecco cosa mostra la ricerca su tutti e tre i componenti dei cereali e come potrebbero essere correlati alla sensibilità al glutine non celiaca.
Glutine
Il glutine è la componente del grano che tende a concentrarsi maggiormente. È una proteina che le piante di grano usano per conservare i nutrienti per la prossima generazione di piante. Si trova nei semi delle piante di grano ed è la parte della pianta intesa e usata come cibo.
La ricerca iniziale sulla sensibilità al glutine non celiaco ha indicato il glutine come il problema del disturbo. Tale studio ha rilevato che il glutine ha danneggiato e infiammato l’intestino di alcune persone senza causare la malattia celiaca. I ricercatori hanno concluso che queste persone stavano reagendo al glutine contenuto cibi che mangiavano.
Tuttavia, dopo quello studio iniziale, ci sono stati diversi altri studi che hanno usato il glutine di grano puro per cercare di indurre sintomi in persone che credevano di esserne sensibili. Questi studi hanno avuto risultati contrastanti.
Uno studio pubblicato sulla rivista Gastroenterology, per esempio, ha eliminato tutti gli alimenti a base di cereali e contenenti glutine da 37 soggetti e li ha alimentati con glutine di grano puro (i soggetti non sapevano quando mangiavano glutine e quando mangiavano un placebo). I soggetti dello studio non hanno avuto sintomi digestivi mentre assumevano il glutine puro, ma alcuni di loro hanno sofferto di depressione.
Un altro studio ha usato la stessa tecnica per “sfidare” con il glutine le persone che dicevano di essere sensibili al glutine e ha scoperto che alcuni di loro reagivano al glutine puro: 101 persone hanno affermato che i loro sintomi digestivi sono migliorati quando hanno seguito una dieta senza glutine, e il 14% di loro è peggiorato quando ha inconsapevolmente ingerito glutine come parte dello studio.
Alcune persone che dicono di essere sensibili ai cereali di glutine sembrano reagire al glutine, ma molti altri non reagiscono quando vengono alimentati con glutine puro a loro insaputa. Perciò sono necessarie ulteriori ricerche in merito.
FODMAPs
Il suddetto studio di Gastroenterology ha notato che il problema con il grano è il suo complesso di carboidrati fructanici che fermentano nell’intestino crasso, causando potenzialmente gas, gonfiore, crampi, dolore, diarrea e costipazione.
Quando lo studio ha trovato che i suoi partecipanti non hanno visto i loro sintomi intestinali peggiorare con glutine puro, i ricercatori hanno implicato i FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili), che si trovano nel grano, così come alimenti come aglio e cipolle.
I FODMAP sembrano causare sintomi digestivi in molte persone con sindrome dell’intestino irritabile, ed è dimostrato che una dieta a basso contenuto di FODMAP riduce i sintomi in quasi tre quarti di quelli con IBS. Ma è tutt’altro che chiaro se il problema della sensibilità al glutine sia davvero il FODMAP, e se la soluzione sia una dieta a basso contenuto di FODMAP, piuttosto che una dieta senza glutine. Anche in questo caso, sono necessarie ulteriori ricerche.
Inibitori della tripsina amilasi
Gli inibitori della tripsina amilasi sono proteine prodotte dalla pianta per proteggersi dagli insetti – in sostanza, pesticidi naturali, che rendono difficile o impossibile per gli insetti digerire gli amidi del chicco di grano.
Il grano moderno è stato allevato per avere molte più proteine. Il problema è che gli inibitori della tripsina amilasi nel grano (e forse anche altri cereali di glutine) sembrano causare l’infiammazione in alcune persone, sia nell’intestino che altrove nel corpo.
I ricercatori che studiano queste proteine ipotizzano che potrebbero avere un ruolo nella celiachia, nella sensibilità al glutine non celiaca e possibilmente in altri disturbi che sono causati dall’infiammazione.
Gli inibitori della tripsina amilasi possono contribuire o addirittura causare quella che le persone chiamano sensibilità al glutine non celiaca. Tuttavia, al momento, si stratta ancora della meno studiata delle tre ipotesi.
Genetica
Anche se esistono combinazioni genetiche che aumentano il rischio di celiachia, queste non sembrano avere molta influenza sullo sviluppo della sensibilità al glutine non celiaca. Si attendono però nuove ricerche in questo settore.
Uno studio ha rilevato che i geni più implicati nella celiachia, HLA-DQ2 e HLA-DQ8, sono presenti nelle persone con sensibilità al glutine più spesso che nella popolazione generale, ma comunque compaiono solo nel 56% dei pazienti che soddisfano i criteri di sensibilità al glutine.
Fattori di rischio dello stile di vita
Attualmente, la diagnosi di sensibilità al glutine non celiaca si basa su sintomi che migliorano quando si segue una dieta rigorosamente priva di glutine (dopo aver escluso la celiachia e altre cause) e che ritornano se si consuma glutine.
È difficile mantenere una dieta priva di glutine, soprattutto evitando le cosiddette “contaminazoni crociate”. Richiede impegno e vigilanza costante. Consultare un dietologo può aiutare a capire cosa si può mangiare, cosa si deve evitare e come evitare di essere esposti al glutine.
Conclusioni
In questo momento non è ancora chiaro cosa possa causare la sensibilità al glutine non celiaca. La ragione potrebbe essere il modo con cui il vostro corpo reagisce glutine, FODMAP, inibitori della tripsina amilasi, qualche combinazione dei tre, o qualcosa di completamente diverso. Se non fosse il glutine il colpevole, ma qualcos’altro contenuto nei cereali glutinati, allora le persone che ne sono affette potrebbero aver bisogno di seguire una dieta priva di tutti i componenti del grano, dell’orzo e del riso, e non solo del glutine.