L’ippocampo, una struttura del sistema limbico avente forma curva, è responsabile della memoria a lungo termine. Svolge un ruolo importante nel sistema limbico; l’ippocampo non solo è coinvolto nella formazione di nuovi ricordi, ma è anche associato all’apprendimento e alle emozioni.
Poiché il cervello è lateralizzato e simmetrico, in realtà si hanno due ippocampi, che si trovano appena sopra ogni orecchio a meno di 4 cm di profondità all’interno della testa.
In che modo l’ippocampo influenza la nostra memoria?
L’ippocampo svolge un ruolo critico nella formazione, nell’organizzazione e nell’immagazzinamento di nuovi ricordi, oltre che nel collegare alcune sensazioni ed emozioni ad essi. Avete mai notato come un particolare profumo possa suscitare un forte ricordo? È proprio l’ippocampo ad avere un ruolo in questa connessione.
La ricerca ha anche rivelato che diverse sotto-regioni dell’ippocampo stesso giocano un ruolo importante per determinati tipi di memoria. Ad esempio, la parte posteriore dell’ippocampo è coinvolta nell’elaborazione delle memorie spaziali. Infatti, degli studi editi nel 2000 sui tassisti londinesi hanno rivelato che l’orientamento nei complessi labirinti stradali delle grandi città è connesso alla crescita della regione posteriore dell’ippocampo.
L’ippocampo svolge anche un ruolo nel consolidamento dei ricordi durante il sonno. Degli studi editi nel 2004 suggeriscono che, dopo una qualche esperienza di formazione o di apprendimento, la maggiore attività dell’ippocampo durante il sonno porta a ricordare meglio il materiale assimilato il giorno seguente.
Ciò non significa che i ricordi siano memorizzati nell’ippocampo a lungo termine. Si pensa che l’ippocampo agisca come una sorta di centro di spedizioni: raccoglie le informazioni, le registra e memorizza temporaneamente, e poi le spedisce affinché vengano archiviate e conservate nella memoria a lungo termine. Si ritiene che anche il sonno svolga un ruolo importantein questo processo.
Quando l’ippocampo è danneggiato
In virtù del ruolo così importante svolto dall’ippocampo nella creazione di nuovi ricordi, i danni a questa parte del cervello possono avere un grave impatto a lungo termine su alcuni tipi di memoria. Si sono effettivamente riscontrati dei danni all’ippocampo quando è stata effettuata un’analisi post mortem del cervello di individui affetti da amnesia. Danni di questo tipo sono legati a dei problemi di formazione di ricordi espliciti come nomi, date ed eventi.
L’esatto impatto del danno può variare a seconda dell’ippocampo interessato. Le ricerche condotte sui topi suggeriscono che un danno all’ippocampo sinistro abbia un effetto sul ricordo delle informazioni verbali, mentre un danno all’ippocampo destro causerebbe dei problemi con le informazioni visive.
Anche l’età può avere un impatto importante sul funzionamento dell’ippocampo. Le risonanze magnetiche del cervello umano hanno rilevato che l’ippocampo umano si riduca di circa il 13% tra i 30 e gli 80 anni; coloro che subiscono una tale perdita possono sperimentare un calo significativo delle prestazioni mnemoniche. La degenerazione cellulare nell’ippocampo è stata anche correlata all’insorgenza del morbo di Alzheimer.